Quello dello sportivo che non può donare il sangue è un mito ormai da sfatare, anzi, da riformulare: grazie agli effetti benefici che l’attività sportiva ha sull’organismo, quella degli sportivi è senza dubbio tra le categorie di persone maggiormente predisposte ad effettuare questo splendido ed altruistico gesto.
Giornata mondiale del donatore 2017: un gesto concreto di solidarietà
La vita e la salute di milioni di persone sono messe a dura prova da continue emergenze. È facile intuire che, in queste particolari situazioni, le esigenze dell’assistenza sanitaria si fanno sempre più pressanti ed è quindi necessario intervenire subito con un trattamento di prima linea. La trasfusione di sangue è una componente essenziale nelle situazioni di emergenza, perciò l’ideale sarebbe poter contare su un approvvigionamento di sangue adeguato. Ma come fare per assicurarselo? Sensibilizzando l’intera comunità a compiere questo gesto concreto di solidarietà con il quale doniamo una parte di noi e della nostra energia vitale a qualcuno che sta soffrendo, a qualcuno che ne ha un reale e urgente bisogno.
Perché donare il sangue è necessario?
Il sangue e i suoi componenti sono indispensabili per la vita e purtroppo non sono riproducibili in laboratorio. Ciò significa che non esistono ad oggi alternative possibili alla donazione per cui, se vogliamo un’assistenza sanitaria capace di prendersi cura di noi e di far fronte alle situazioni di emergenza, non possiamo appoggiarci solo alla scienza e alla medicina ma dobbiamo dare il nostro contributo.
Donare e praticare sport? Si può!
Anche se la donazione di sangue, come abbiamo visto, può salvare tante vite, gli sportivi in generale sono spesso riluttanti a compiere questo gesto per paura che abbia un impatto negativo sull’allenamento e sulle prestazioni atletiche in generale. È senz’altro vero che le prime raccomandazioni del medico dopo la donazione sono quelle di non fare sforzi fisici eccessivi, ma quello dello sportivo che non può donare sangue è un mito ormai da sfatare. Praticare attività fisica con regolarità significa infatti sottoporsi ad un continuo sforzo fisico grazie al quale la produzione di acido lattico, che normalmente controindica la donazione in quanto può generare falsi positivi sul controllo epatico, viene drasticamente ridotta.
Il meraviglioso viaggio della donazione: consigli utili
Come avrai intuito, sarebbe davvero poco serio donare il sangue in un momento in cui l’attività fisica è particolarmente impegnativa, magari proprio in vista di una competizione. Al contrario, un buon momento per donare il sangue è durante un periodo di recupero, dove il riposo o l’allenamento leggero sostituiscono una preparazione ad una gara o allenamenti decisamente intensi (tra l’altro, effettuare una donazione dopo un sforzo fisico vigoroso rende il sangue di cattiva qualità per chi lo riceve poiché è ricco di metaboliti di scarto). Inoltre, è di fondamentale importanza reintegrare i livelli calorici persi con la trasfusione attraverso una corretta alimentazione ed idratandosi adeguatamente soprattutto nel giorno stesso e in quello immediatamente successivo.