Ieri era la Giornata mondiale dell’Autismo, un disturbo riconosciuto più di sessant’anni fa ma ancora difficile da diagnosticare a causa delle sue diverse sfumature e gravità. Un po’ per deformazione professionale, un po’ per sincera curiosità, ci siamo chiesti se e in che modo l’attività fisica può aiutare i soggetti autistici a migliorare la qualità della loro vita.
Il piccolo grande mondo dell’autismo
Nell’ormai lontano 1988, uno strepitoso Dustin Hoffman portò alla luce il mondo dell’autismo interpretando il personaggio di Raymond nel famoso film Rain man – L’uomo della pioggia. Con grande merito dell’attore premio Oscar, la pellicola provò a delineare i tratti del disturbo mostrando il piccolo mondo di Raymond vincolato nella sua routine, nelle sue abitudini consolidate, nei suoi programmi televisivi, nelle sue figurine dei giocatori di baseball. Lo spettro del disturbo autistico (o più semplicemente autismo), viene definito dall’American Psychiatric Association come un gruppo di disabilità dello sviluppo che causano notevoli ritardi nelle facoltà di comunicazione (linguaggio espressivo limitato), nelle abilità sociali (difficoltà di relazione) ed è associato a comportamenti ripetitivi e movimenti stereotipati (per esempio il tipico “movimento a dondolo” del corpo).
L’importanza dell’attività fisica per i soggetti autistici: benessere psicofisico e opportunità di socializzazione
L’attività fisica è parte integrante di uno stile di vita sano per tutte le persone ma spesso è un aspetto che viene trascurato nelle persone con gravi disabilità, tra cui i soggetti autistici: la compromissione delle relazioni sociali e gli interessi ristretti legati ad abitudini ripetitive, in combinazione con difficoltà motorie comunemente presenti in questo disturbo, possono limitare la volontà di impegno nella pratica di un regolare esercizio fisico. Questo atteggiamento, a lungo andare, porta ad adottare uno stile di vita sedentario che a sua volta conduce a conseguenze che includono fattori di rischio cardio-metabolici, compromissione del benessere psicosociale, delle funzioni cognitive e aumento di peso. Autismo e attività fisica possono andare di pari passo. Anzi, impegnarsi in un’attività fisica regolare, specialmente per un soggetto autistico, può:
– offrire nuove opportunità di socializzazione
– ampliare la gamma degli interessi
– ridurre i comportamenti stereotipati
– aumentare le capacità motorie
– migliorare lo stato di salute psicofisica
E se provassimo a motivarli?
In uno studio del 2006 condotto da Teri Todd e Greg Reid, è stato dimostrato che gli individui con autismo spesso non sono sufficientemente motivati ad allenarsi per periodi di tempo prolungati, nonostante sia necessario per godere dei benefici connessi all’attività fisica. Cosa fare quindi? Secondo i due autori, una soluzione potrebbe essere incoraggiarli con frasi quali “Ottimo lavoro,” “Bravo”, “Sei un campione”: queste incitazioni aiutano molto il soggetto autistico a proseguire e concludere la sessione. Altri accorgimenti utili possono essere:
– assicurarsi che l’ambiente circostante sia calmo e rilassato (per i soggetti autistici i rumori sono una fonte di disturbo notevole)
– cercare di dare istruzioni visuali per facilitare l’apprendimento dell’esercizio
– incoraggiare l’attività fisica servendosi della musica (molti soggetti autistici amano la musica)
– rendere l’attività divertente trasformando gli esercizi in giochi