Non c’è ambito che tenga: ovunque lo metti, il troppo stroppia, anche quando si tratta di dormire troppo. Esattamente come il suo opposto, l’insonnia, anche l’ipersonnia può rappresentare un eccesso nocivo per la nostra salute. Perché? Scopriamolo insieme…
Poltroni seriali: un’abitudine sbagliata
Chiariamolo subito: dormire è fondamentale e ci permette non soltanto di riposare i muscoli ma anche di arrestare il flusso di pensieri che durante la giornata ci tolgono molta energia. Il fatto è che, per godere di questi benefici, è necessario fare attenzione sia alla qualità che alla quantità del sonno. Dormire bene e dormire il giusto, insomma. Ma qual è “il giusto”? Proviamo a definirlo partendo da ciò che non è: la comunità scientifica nazionale ed internazionale ritiene che sia eccessiva (e per questo sconsigliata) una durata del sonno superiore alle 9 ore per notte e prolungata nel tempo. Quest’ultima è una precisazione doverosa, soprattutto per i “dormiglioni occasionali”: 9 o 10 ore di sonno una volta alla settimana, magari nel weekend o quando si è in vacanza, sono sacrosante per rigenerare un corpo e uno spirito messi a dura prova dallo stress lavorativo e dalla frenesia della quotidianità.
Ipersonnia: un disturbo del sonno dannoso tanto quanto l’insonnia
L’ipersonnia è un disturbo del sonno caratterizzato dal bisogno irresistibile di dormire, meno conosciuto rispetto all’insonnia ma comunque dannoso per la salute, specie nel lungo termine. In medio stat virtus, dicevano gli antichi greci, e questo vale anche per un corretto riposo: il segreto è fare in modo che le ore di sonno utili a rinvigorire il nostro organismo non superino il limite della necessità fisiologica. Ci sono ragioni biologiche che hanno portato gli scienziati a dire ciò: ragioni che hanno a che fare con il nostro innato ritmo circadiano, ovvero quell’orologio interno che regola sonno e veglia. Secondo la National Sleep Foundation, dormire le classiche 7 ore non sarebbe in realtà consigliato per tutti quanti, ma soltanto per le fasce d’età intermedie (18-26 e 26-64)
Oversleeping: i 5 danni collaterali
Ma in sostanza, che cosa può succedere se ci troviamo in una situazione di prolungato oversleeping?
1) Infiammazione cronica: uno studio clinico condotto dall’Università della Philadelphia in Pennsylvania, ha coinvolto oltre 5700 volontari che dichiaravano di dormire meno di 5 o più di 9 ore per notte ed ha dimostrato che chi dormiva troppo aumentava i livelli nel sangue della proteina C reattiva (CRP è l’acronimo inglese), un marcatore di infiammazione. Senza contare il fatto che alti livelli di CRP sono correlati anche ad un maggior rischio di sviluppare patologie croniche.
2) Depressione: anche se è l’insonnia ad essere più comunemente correlata alla depressione, la stessa ipersonnia può essere originata dalla presenza di un disturbo depressivo.
3) Alterazioni cerebrali: secondo uno studio finlandese pubblicato sul portale di divulgazione scientifica Pubmed, dormire abitualmente più di 9 ore per notte provoca una progressiva alterazione delle funzioni cognitive, che si manifesta soprattutto sotto forma di perdita della fluenza verbale, difficoltà di articolare e trovare le parole giuste e una riduzione della memoria.
4) Sovrappeso e obesità: un’ora o due di sonno in più al giorno sono 7 o 14 ore di sonno extra alla settimana che sottraiamo alla vita attiva. Nessuno fa sport dormendo, giusto? J
5) Infarto e ictus: vita sedentaria, sovrappeso, obesità e troppo sonno, troppo a lungo, compromettono anche la funzionalità delle coronarie, aumentando il rischio di coronaropatia e infarto del miocardio. Inoltre, uno studio clinico condotto dall’università di Cambridge, anche questo pubblicato su Pubmed, ha scoperto la correlazione tra un’eccessiva durata del sonno e una maggiore incidenza di ictus.